| Quella fu per me una vittoria importante
(Cronaca della partecipazione alla manifestazione Regionale di Tetrathlon Esordienti del maggio 2007)
Introduzione
Sono L. G., abito a Serravalle Pistoiese 118, sono alto metri 1,46 e ho quasi dieci anni. Un giorno, a casa, prendendo l’album dei ricordi, ho come rivissuto un’esperienza indimenticabile… la vittoria della gara a Casalguidi. Così lasciai il presente e tornai al passato.
Vidi il mister Roberto che ci allenava a scuola in palestra; ci disse che chi voleva, quel sabato, poteva fare i giochi olimpici a Casalguidi. Così, senza dubitare, dissi a Roberto che mi iscrivesse.
Così, arrivato quel sabato, con il mio babbo, siamo partiti per Casalguidi per andare a gareggiare.
Svolgimento
Arrivati là , ero un po’ emozionato, perché non conoscevo nessun bambino, ma io, coraggioso, volevo tentare il tutto per tutto e quindi mi ero iscritto.
Finalmente vidi Roberto che mi salutò e mi disse che dopo poco cominciavano le gare. Però, mi avevano messo nel gruppo dei più grandi, ma poi, per fortuna, mi hanno messo con quelli della mia età . Fortunatamente cominciavano le gare e io, con il mio gruppo (giallo), ci siamo incamminati verso la pista. Roberto ci ha spiegato che c’erano diversi giochi da fare: prima il salto in lungo, poi i trenta metri, il lancio della palla ed infine… i duecento metri!!
Così ci incamminammo verso il salto in lungo. Dovevamo prendere una rincorsa di circa sette metri e poi…pum…nella sabbia. Quando toccò a me sbagliai tutto!
La rincorsa la presi bene, ma quando mi tuffai, caddi a sedere, sbagliando l’appoggio. Un bambino basso, ma veloce, era il più veloce di Casalguidi e avevo tutte le intenzioni di batterlo facendogli mangiare la polvere. Questo bambino fece un salto lungo ben 3,7 metri. Però quando toccò a me, imbufalito come un toro, spiccai un enorme salto. In quel momento ero fiero e questa volta caddi sui piedi senza cadere. Avevo fatto ben 3,8 metri; un record! Avevo battuto quel bambino e agitai il pugno in cielo.
Ci dirigemmo verso i trenta metri e con orgoglio mi misi sull’erba a sedere per sentire le spiegazioni di Roberto. Ci disse che dovevamo metterci in posizione e al colpo di pistola, partire come un turbine. Poi mi misi a riscaldarmi per qualche minuto, fino a quando non toccava a me. Era arrivato il mio turno e pronto in posizione per udire il colpo di pistola, restavo in attesa.
Pum! Lo sparo! Cosi partii come un fulmine veloce veloce: il cuore mi batteva e con uno scatto bruciai tutti e arrivai primo. Roberto mi disse che contava solo il tempo ed io sperai in bene.
Ci avviammo quindi verso il lancio della palla. Il gioco consisteva nel lanciare all’indietro una palla di colore rosa, pesante un chilo. Guardai gli altri per vedere come facevano. Quando toccò a me, presi la palla più forte che potevo, la potenza dei muscoli aumentava e… lanciai la palla più lontana di tutti. Però un bambino più grossotto di me la tirò ancora più lontano, lasciandomi perplesso. Era una vera lotta! Non avevo intenzione di mollare, così la tirai più lontano di prima ma non riuscii a superarlo solo per qualche centimetro.
Un po’ dispiaciuto ma senza demoralizzarmi, pensai infine di rifarmi con i 200 metri. Era la sfida più dura, ma ero sicuro di me. Così in postazione, dovemmo un po’ aspettare per il nostro turno. Così gli organizzatori, con me presero altri bambini, sentimmo lo sparo e… a tutto gas, in quinta, partimmo e mi misi subito al primo posto. Il cuore stava accelerando la marcia. Ogni tanto mi giravo per vedere se i miei avversari mi stavano raggiungendo. Fra me e me pensai: <>. Però, improvvisamente, sentii le forze calare, perché ero stanco, mancavano ormai 50 metri ma non potevo mollare, non potevo deludere Roberto, perciò ci misi la grinta!.
Un avversario mi stava raggiungendo, quando ripresi un po’ di forza e continuai a gareggiare. Mancava ormai poco; mio padre era lì che mi riprendeva, quando arrivammo al traguardo!. Arrivai primo con quel bambino. Onesto, gli ho fatto i complimenti e gli ho dato la mano tutta tremante. Ero stanco, perciò mi sdraiai a terra sfinito. A metà gara ho ceduto perché io non sono abituato a correre!.
Era l’ora delle premiazioni e tutti si misero a sedere. Prima furono chiamati quelli più grandi e poi arrivò il nostro turno!
Lì vidi un palco con il primo, il secondo e il terzo posto! Io pensai: <>. Dall’ottavo al quinto posto, davano una coppa con un angelo di colore argento, mentre dal quarto al primo posto, un angelo d’oro. Roberto chiamò infine il terzo e il secondo posto e mancava il primo. Io mi accorsi che mancavo, quando sentii le grida di Roberto che dicevano: “Ce l’hai fatta!”. Io non capivo cosa volesse dirmi, quando all’altoparlante gridarono il mio nome. Avevo vinto, ero al primo posto!. Ero fiero di me e felice e mi diedero la coppa con scritto “1° classificato” e mi regalarono anche un gioco!.
Roberto si congratulò con me per la straordinaria vittoria. Per me è il mister più bravo e in gamba di tutti! È il mio leader! Quando tornai a casa, feci una sorpresa alla mamma che mi abbracciò.
Conclusione
Finalmente, tornato nel presente, ero così felice che volevo fare un’altra gara e pensai che quel giorno non me lo scorderò mai!. In quel momento chiusi l’album dei ricordi e lo lasciai lì, per rivederlo dopo!
Scritto da Marco
il gennaio 21 2008 08:24:41
| 0 Commenti ·
2168 Letture ·
|
| |